Nuove tecnologie e mobilità sostenibile: la vera sfida è armonizzare i dati

La domanda di mobilità urbana è destinata ad aumentare nei prossimi anni. Vincere la sfida della sostenibilità è possibile solo coniugando dati affidabili e nuove tecnologie, sotto la regia di una politica illuminata

Il settore della mobilità urbana subirà nei prossimi decenni un forte incremento di domanda, dovuto all’aumento della popolazione in specifiche aree del mondo. I nostri sistemi urbani di mobilità sono pronti a questo cambiamento? Al momento sono al limite della sostenibilità e iniziare a progettarla è quanto mai necessario e auspicabile.

La situazione pandemica può essere vista addirittura come una grande occasione per inaugurare un nuovo modello di sviluppo sostenibile per il settore dei trasporti urbani.

Ne è convinto anche Maurizio Carta  – urbanista – che vede nelle città aumentate l’unica strada auspicabile e percorribile. “La città aumentata pretende un salto di paradigma in tutti i settori e cicli di vita, ma forse è la mobilità una delle sfide più importanti, poiché essa è ancora ferma al modello novecentesco della macchina privata inquinante. Serve un modello urbano in cui la mobilità sostenibile sia il propulsore più efficace del cambiamento. Nuove infrastrutture per il trasporto collettivo e slow per connettere una città sempre più policentrica e reticolare che concorrano non solo a soddisfare gli attuali fabbisogni di mobilità (che nel post Covid-19 muteranno), ma siano indispensabili attivatrici di nuovi stili di vita e abilitatrici di opportunità per generare attorno ad esse nuovi spazi, socialità e diritti.”

Su questa scia, si pone anche il rapporto  “Sustainable Mobility: Policy Making for Data Sharing”  elaborato dal Roadmap of Action (GRA), basato sul rapporto per la gestione dei dati.

La digitalizzazione: ruolo chiave

Il punto chiave verso una vera mobilità sostenibile è proprio la digitalizzazione del settore. Renderlo sempre più digitale garantisce una migliore e maggiore produzione e condivisione dei dati, che rende altresì fattibile il progettare città e trasporti più efficienti.

I famosi Big Data, reperibili tramite software o semplici app installate sui nostri telefonini, forniscono preziose indicazioni per risolvere situazioni sfidanti.

Ad esempio, si possono calcolare in anticipo picchi di traffico in determinati giorni e porvi rimedio. Oppure calcolare la migliore percorrenza per servizi di soccorso urgente. O ancora capire in anticipo quale sarà la domanda di viaggio e organizzare il trasporto pubblico e privato, regolandone i flussi ed evitando il sovraffollamento.

Inoltre, il corretto uso dei dati è prezioso per la giusta gestione e ottimizzazione delle stesse risorse primarie, quali combustibili fossili ed elettricità.

Ottimizzare e affinare sempre di più i dati in possesso, permette anche come logica conseguenza, la riduzione degli incidenti, migliorare le performance di guida e una tutela maggiore dei pedoni, in quanto la viabilità dovrebbe essere sempre più scorrevole e controllata.

Saremo quindi guidati e controllati dai soli dati e tecnologie?

La facile tentazione di farsi guidare dal solo sviluppo tecnologico va tenuta a bada. La domanda che dobbiamo porci è, infatti, quella che Stefano Epifani ripropone sovente. E cioè: “che città vogliamo? Quali modelli di sviluppo urbano pensiamo siano compatibili con il benessere sociale e con la salvaguardia dell’ambiente? In altri termini: come immaginiamo di ridisegnare le città sulla base di criteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale?”

Sostenibilità della mobilità: chi deve gestirla?

La domanda di chi deve gestire dati forniti dalle nuove tecnologie, chiama in causa il concetto di sostenibilità e di chi debba farsene carico. Un solido quadro politico è vitale per lo sviluppo e l’utilizzo di modelli di condivisione dei dati e di mobilità sostenibile che siano efficaci, economicamente sostenibili, sicuri ed etici.

Una politica illuminata resta la regina di questo scacchiere. Questa deve essere in grado di elaborare politiche che consentano a pubblico e privato di accedere ai dati condivisi in modo etico e rispettando la privacy. Ma soprattutto deve sviluppare e incentivare politiche che siano in grado di attuare un piano serio per le infrastrutture fisiche e digitali.

In altre parole, essendo il settore della mobilità multidisciplinare, diventa fondamentale saper sincronizzare al meglio le varie forme di mobilità sostenibile.

Se la sostenibilità urbana ha come pilastri l’andare a piedi, usare le bici, incentivare il trasporto pubblico e quello privato di condivisione elettrico, questi sono davvero sostenibili solo se integrati tra loro. Diversamente avremo solo uno spreco di risorse ed investimenti, come sovente è capitato. Avere ad esempio tutti auto elettriche, ma essere lo stesso tutti nel traffico quotidiano, aumenta solo uno spreco di energia senza ottimizzare e senza donare vantaggi.

A confermarlo è anche il manuale realizzato dalla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE), il cui obiettivo è quello appunto di fornire indicazioni utili agli Stati Europei, per realizzare una vera mobilità sostenibile.

Il campo della seria formazione professionale è una delle priorità che la politica deve porsi.  Lo sviluppo delle competenze e la costruzione delle capacità per aumentare la competitività. Investire nella formazione qualificata di operatori pubblici e privati. Competenze in aree strategiche come l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico e il cloud computing, iniziando serie collaborazioni con le facoltà accademiche preposte.

Mobilità sostenibile: conviene a tutti ed è già realtà

Quanto detto finora non è teoria, ma pratica applicata in varie parti del mondo. La mobilità sostenibile, quindi, oltre a non essere più demandabile è a tutti gli effetti già realtà.

In Africa con il progetto “Trasporto digitale per l’Africa”, l’uso dei dati ha permesso lo sviluppo di nuove tecnologie per comprendere meglio le rotte più abbandonate dal servizio pubblico e porvi rimedio. Questo è stato possibile, grazie a studenti che con un semplice smartphone e GPS hanno tracciato le rotte di Bus e taxi e creato una APP dove è possibile calcolare quando e dove trovare Bus e taxi disponibili.

Nel nord Europa, La Finlandia ha sviluppato il progetto Finlandia – MaaS Global che guida l’interruzione della mobilità. Attraverso l’app Whim il Governo permette ai cittadini di trovare il loro percorso ottimale usando il pianificatore di viaggio multimodale, quindi prenotare e pagare il percorso immediatamente attraverso una transazione online o un abbonamento esistente. Le modalità di trasporto disponibili sull’app includono treni, autobus, taxi, auto a noleggio, ride hailing, bikeshare, e-scooter. Ad oggi, più di 16 milioni di viaggi sono stati completati con Whim.

Oltre Oceano, a Los Angeles, hanno usato il progetto: Gestire la micromobilità usando i dati sulla mobilità. Da quando nel 2018 sono stati introdotti gli scooter elettrici, il Los Angeles Department of Transportation (LADOT) ha creato una open-source Mobility Data Specification (MDS), e qualsiasi operatore di micromobilità desiderasse operare a L.A. doveva condividere i propri dati di mobilità.

Il LADOT usa quei dati per calcolare e ridurre i sovraffollamenti, creare delle geo-fence e soprattutto per promuovere la sicurezza pubblica di tutti i cittadini. I risultati e le tecnologie usate, sono ben riassunte in questo rapporto.

Anche zone portuali estese, come quella di Anversa, hanno iniziato a sfruttare il digitale per la gestione della mobilità. Il loro progetto: Un mercato della mobilità per guidare l’innovazione negli Appalti pubblici ha l’obiettivo di ridurre il traffico e mantenere la regione accessibile, vivibile e sicura. Per farlo ha sviluppato la strategia Smart Ways to Antwerp (SWtA) che mira ottenere un cambiamento di comportamento nel trasporto passeggeri e merci.

La città ha sincronizzato le varie soluzioni di mobilità come il bike e car sharing, veicoli elettrici, logistica intelligente e mobility-as-a-service (MaaS) riscontrando risultati interessanti.

La possibilità di ripensare la polis passa anche attraverso un trasporto urbano sostenibile e digitale.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here