Oggi, in tutto il mondo, si celebra l’Earth Day: la giornata della Terra. Ma noi della Fondazione per la Sostenibilità Digitale celebriamo anche un anno di lavoro. Certo un anno strano, quello che è trascorso: sospeso tra una pandemia che molti credevano di essersi già lasciati alle spalle ed un conflitto che altrettanti non immaginavano potesse scoppiare così vicino casa. Ma anche per questo un anno che ha evidenziato – se mai ce ne fosse stato bisogno – l’esigenza di guardare alla sostenibilità come chiave di lettura dei modelli di sviluppo per il nostro futuro.
Un anno fa annunciavamo la nascita della Fondazione per la Sostenibilità Digitale evidenziando come questo fosse per noi un momento di svolta. Oggi, dopo un anno che per certi versi è passato in un attimo, per altri sembra durato un’epoca, siamo di nuovo qui, a raccontare cosa ha voluto dire questa svolta.
Nel momento in cui scrivo, mancano pochissime ore alla partenza di un seminario di mezza giornata dedicato ai soci ed ai partner della Fondazione: seminario che abbiamo scelto di fare in presenza e pensato di aprire agli stakeholder principali per raccontar loro cosa abbia voluto dire per noi quest’anno e – soprattutto – cosa abbiamo pensato di fare nell’anno che ci aspetta.
Abbiamo scelto di farlo in presenza perché – a raccontarlo pare impossibile, vista la strada percorsa assieme – è la prima volta nella quale tutti i nostri soci sostenitori, le aziende, le Università e le istituzioni che fanno parte del nostro network si incontreranno “dal vivo”. E ne avevamo bisogno.
Abbiamo scelto di far parlare tutti i componenti della Fondazione che, nel corso del 2021 ed in questo primo scorcio di 2022, hanno lavorato ai nostri progetti: ne emerge un programma dei lavori che non può che renderci orgogliosi di ciò che è stato fatto, resosi possibile solo grazie ad un entusiasmo collettivo ed una passione condivisa per un’idea che, pian piano (ma neanche tanto piano, a dire il vero), stiamo vedendo realizzata.
Non è un caso che apriranno il convegno il Ministro Giovannini, che già due anni fa firmò la prefazione al mio libro, “Sostenibilità Digitale“, e la Sottosegretaria Ascani, che lo scorso anno fu la prima firmataria istituzionale del nostro Manifesto per la Sostenibilità Digitale. Non è un caso se il seminario si terrà in Sapienza, che per tanti anni è stata la mia casa, e che ad introdurre i lavori sarà Alberto Marinelli, amico fraterno, da sempre nel comitato scientifico della Fondazione ed oggi “padrone di casa” in Via Salaria. E non è un caso se uno dei keynote principali sarà tenuto da Stefano Denicolai, prezioso compagno di strada in questo lungo anno: ma il perché di quest’ultima cosa ancora non ve lo posso dire.
Insomma: nel programma della giornata che si sta per aprire c’è poco di casuale. Ma la cosa più importante, dicevo, è che tutto coloro i quali parleranno nel corso della mattinata lo faranno di ciò che abbiamo fatto assieme. L’incontro sarà aperto e chiuso da due persone senza le quali difficilmente la Fondazione oggi sarebbe ciò che è: Luciano Guglielmi, direttore del Comitato di Indirizzo, e Simone Pastorelli, direttore della Comunicazione. Il primo ci racconterà come ci siamo trasformati nel corso dell’anno, il secondo dove vogliamo andare. Ad aprire i keynote sarà Mauro Minenna, oggi Direttore del Dipartimento della Trasformazione Digitale e da sempre grande amico, oltre che sostenitore delle nostre attività: uno di quelli, di quei pochi, per i quali la sostenibilità non è la scoperta dell’ultim’ora del reparto marketing.
La prima tavola rotonda è dedicata ad uno dei nostri progetti più importanti: la costruzione di un indice che tracci la capacità delle organizzazioni di misurare l’efficacia nell’utilizzo della tecnologia come strumento di sostenibilità. Un percorso complesso ed importante, partito con lo sviluppo del Manifesto sul sustainable coding frutto della visione di Carlo Bozzoli, che ha dato vita ad un gruppo di aziende guidato da ENEL – e composto da Cisco Italia (con Enrico Mercadante, tra i primi ad aver scommesso sulla nostra idea), DNV (con Renato Grottola) e BluDigit-Italgas (con Marco Barra Caracciolo) – che si propone, grazie alla collaborazione con il network delle università della Fondazione (in questo caso guidate dalla vulcanica Tiziana Catarci, direttrice del DIAG Sapienza) e con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri – di sviluppare quella che contiamo diventi una proposta di riferimento per il settore.
La seconda tavola rotonda sarà occasione per concentrarsi sui temi della formazione e della comunicazione quali strumenti per lo sviluppo di una consapevolezza condivisa sulla sostenibilità digitale. Lo faremo a partire dal progetto di student engagement voluto da EHT, del quale ci parlerà il presidente Emanuele Spampinato: un premio per le migliori tesi STEAM dedicate alla sostenibilità digitale che partirà nei prossimi mesi con un roadshow nelle università italiane parte del nostro network. Avremo occasione così di confrontarci con gli studenti di tutta Italia e promuovere il tema della sostenibilità digitale quale strumento di governance dell’innovazione.
Proseguiremo sul tema della formazione con Francesco Castanò, raccontando l’esperienza di Rompiamo le Scatole, il progetto nostro e di ACI Informatica di supporto agli studenti delle scuole superiori, e raccontando l’esperienza – svolta con i meno giovani – del nostro corso di alta formazione sulla sostenibilità digitale, sviluppato per Adiconsum. Ma parleremo anche di comunicazione con Roberto Ferrari, con il quale da tanti anni collaboriamo per promuovere consapevolezza sui temi della decarbonizzazione, e con Natalia Garcia De Castro, nostro partner per l’America Latina.
Insomma: la mattinata di oggi sarà un’importante occasione, per noi, di fare il punto e tracciare la rotta del prossimo anno.
Una cosa non ho detto: cosa farò io. Presenterò l’Osservatorio della Fondazione dedicato a studiare il modo in cui gli italiani vivono la relazione tra tecnologia e sostenibilità e presenterò il DiSI: Cos’è il DiSI? Questo ve lo racconteremo nei prossimi giorni: per ora, se volete approfondire, ne hanno parlato Il Sole 24 Ore, Forum PA, CorCom, ANSA.
Non posso che concludere ringraziando tutti – a partire da chi ha lavorato in questi mesi “dietro le quinte”: Vilma Bosticco e Laura Castellazzi, responsabili del nostro ufficio stampa; Lorenzo Papale, che tenta di mettere in ordine il mio caos; Livio Gigliuto e Simona Mirelli, insostituibili partner con i quali – con l’Istituto Piepoli – abbiamo costruito il nostro indice; Francesco Mercadante, Andrea Lanuzza, Luigi Mundula ed Andrea Bertaglio, per la loro presenza continua. E – naturalmente – tutti i membri del Comitato scientifico, che contiamo di coinvolgere ancora di più e sempre di più nei prossimi mesi. Senza di voi, nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile.
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