La stalla digitale

Un progetto innovativo a favore del benessere animale che sia in grado di garantire al consumatore un prodotto sempre più in linea con esigenze di sostenibilità, con lo scopo di arricchire i dati di tracciabilità delle materie prime

Sono 400 le stalle coinvolte in un progetto della durata di 5 anni che, tra i primi in Europa, va a digitalizzare la gestione degli allevamenti bovini per ridurre l’impatto ambientale, migliorare il benessere animale, garantire un alimento sicuro e di alta qualità. Gli attori sono xFarm, tech company che punta alla digitalizzazione del settore agroalimentare e Parmalat, rispettivamente la tech company che ha sviluppato la piattaforma digitale e l’azienda a cui le suddette stalle forniscono il latte.

Tutta la filiera sarà coinvolta in modo diretto, con un percorso di formazione ad hoc per gli allevatori, che insegnerà a gestire e tracciare in modo efficiente e sostenibile le mandrie di vacche da latte, i piani alimentari e i reflui zootecnici. L’alimentazione degli animali e le deiezioni sono i due principali fattori che contribuiscono a incrementare l’impronta di carbonio in stalla: si punta, pertanto, a lavorare in questa direzione, attraverso l’acquisizione tecnologica e la comparazione dei dati.

«In xFarm – spiega il CEO, Matteo Vanotti – la mission è quella di migliorare attraverso il digitale la vita di milioni di agricoltori, promuovendo conseguentemente un’agricoltura più sostenibile. Il progetto svolto insieme a Parmalat, in particolare, ci consente di mettere a disposizione le nostre competenze e approcciare in modo graduale la filiera del latte, per poter intercettare al meglio le esigenze delle aziende zootecniche e renderle ancora più efficienti. Questa prima fase, infatti, ci permette di testare la piattaforma e la tecnologia annessa da implementare successivamente su larga scala».

Il progetto pilota è partito a giugno 2022 e si snoderà su un quinquennio; nella prima fase saranno coinvolte 47 stalle appartenenti a tre differenti filiere, distribuite sul territorio italiano: la filiera Aqua e la filiera bio (32 stalle in Friuli-Venezia Giulia che conferiscono latte per il Montasio DOP, il latte fresco e il latte biologico), la filiera bio Parmigiano Reggiano (7 stalle a Parma) e la filiera BIO di Roma (8 stalle bio nella provincia di Roma).

«L’innovazione è nel nostro DNA – dichiara Maurizio Bassani, general manager di Parmalat –  e con questo progetto ci poniamo un triplice scopo: studiare pratiche pionieristiche a favore del benessere animale, garantire al consumatore un prodotto sempre più in linea con esigenze di sostenibilità e porre le basi per una professione sempre più evoluta e tecnologicamente avanzata. Insieme a xFarm riusciremo a semplificare e rendere fruibili i dati relativi ai principali parametri per capire come sono alimentati gli animali, come vengono prodotti gli alimenti a loro destinati, come avviene il processo digestivo e di gestione delle deiezioni: conoscere come operano le stalle dei nostri conferenti è il primo passo per comparare i dati e condividere le giuste soluzioni per ridurre il loro impatto ambientale».

La  piattaforma avrà una nuova funzione specifica per l’allevamento, che permette il controllo dei piani alimentari attraverso un sistema di compilazione automatica di alcune informazioni, come ad esempio la composizione e quantità delle razioni somministrate, la gestione della mandria sulla base delle caratteristiche delle vacche e la tracciabilità in ottica di sostenibilità della filiera, grazie a sensori tecnologicamente avanzati e all’utilizzo di differenti strumentazioni IoT all’interno delle stalle.

Dopo la prima fase sperimentale, il progetto prevede il monitoraggio di 100 stalle, fino ad arrivare alle 400, con l’obiettivo di arricchire i dati di tracciabilità dei prodotti e garantire sempre più la trasparenza delle materie prime al consumatore.

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