Forum Ambrosetti, luci e ombre sull’agricoltura digitale italiana

Il cambiamento climatico, la transizione verde e l’aumento della popolazione sono le principali sfide globali che pesano sulla produttività della filiera agroalimentare e in questo contesto, la Smart Agriculture (o agricoltura 4.0) non è soltanto una soluzione, ma una necessità

Immagine distribuita da Wikimedia Commons con licenza CCO

Non è una sorpresa, ma che l’Italia digitale sia ancora una realtà piuttosto lontana, lascia l’amaro in bocca. Solamente il 46% della popolazione adulta ha competenze di base, dato che va a limitare fortemente le potenzialità produttive e professionali del Belpaese .

Il 48° forum Ambrosetti di Cernobbio nei primi giorni di settembre ha ospitato la presentazione dello studio “Verso un New Deal delle competenze in ambito agricolo e industriale“, elaborato da The European House – Ambrosetti, in collaborazione con Philip Morris Italia.

Quali gli esiti? Per una manifattura intelligente ed un’agricoltura smart, avvertono gli esperti, servirebbero:

  • centralità all’istruzione tecnico-scientifica, grazie a sinergie tra ITS e università per combattere la dispersione scolastica;
  • misure per incentivare la diffusione di competenze tecniche e digitali nella popolazione femminile;
  • formazione continua, con master brevi o corsi di perfezionamento, per oliare lo scambio tra università e mondo del lavoro;
  • formazione 4.0, passante attraverso il potenziamento degli ITS agroalimentari e l’istituzione di almeno un ITS agricolo per regione;
  • aumento del numero di iscritti alle facoltà di ingegneria (stimate 85.000 unità, in linea con i numeri europei).

Attualmente l’Italia è il secondo Paese UE per valore aggiunto del settore agricolo; tuttavia, il vero divario che deve colmare, rispetto ai competitor europei, riguarda la produttività del lavoro: la produttività agricola, intesa come rapporto tra valore aggiunto prodotto per occupati, la pone, infatti, al tredicesimo posto in UE.

Il cambiamento climatico, la transizione verde e l’aumento della popolazione sono le principali sfide globali che pesano sulla produttività della filiera agroalimentare, le cui difficoltà sono state acuite in misura significativa dalla guerra russo-ucraina. In questo contesto, la Smart Agriculture (o agricoltura 4.0) non è soltanto una soluzione, ma una necessità.

L’applicazione di sensoristica e robotica per il monitoraggio e gestione dei campi coltivati è in grado di ridurre drasticamente costi e consumo di energia nel ciclo produttivo, ma richiede delle competenze specifiche che sono ancora poco presenti in Italia. Occorre dunque intervenire per compensare tale carenza e il basso numero di iscritti a corsi universitari in materie agricole.

Dal confronto con gli stakeholder, emergono le quattro competenze chiave per l’agricoltore e l’allevatore del futuro: sostenibilità, digital, comunicazione e competenze tecniche avanzate.

Prossimo appuntamento della medesima organizzazione è per il 31 marzo e 1 aprile 2023, con il 34° workshop sugli scenari economici italiani ed internazionali, sempre a Cernobbio.

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