Huawei: dal 5G all’allevamento di maiali, passando per l’AI

A causa delle ingenti perdite subite da Huawei nel corso del 2020, il colosso delle tecnologie ha indirizzato i propri affari verso l'allevamento suinicolo, con l'Intelligenza artificiale a ricoprire un ruolo fondamentale

Può suonare strano, ma colossi delle tecnologie come la cinese Huawei stanno orientando i loro affari sugli allevamenti di suini. Come? Fornendo agli allevatori della Repubblica Popolare software che, grazie all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (AI), permettano da una parte il riconoscimento facciale e il tracciamento dei singoli suini, dall’altra la gestione della dieta e delle eventuali cure degli animali, monitorandone il peso o le possibili malattie.

In un mondo in cui tecnologie digitali ed intelligenza artificiale sono sempre più utili anche in zootecnia, una gestione più precisa ed efficiente degli animali è quantomai necessaria. Soprattutto considerando che nei prossimi anni nel mondo non solo la popolazione umana, ma anche la domanda di carne, soprattutto di maiale, è destinata a crescere.

Huawei minaccia la sicurezza, secondo Trump

Tutto è iniziato con i blocchi e le guerre commerciali di Trump contro la Cina. Per l’ex presidente americano, infatti, il colosso cinese della telefonia è una minaccia per la sicurezza sia dei cittadini USA che di tutto il mondo occidentale, in quanto fornirebbe al governo e quindi all’esercito cinesi informazioni e dati preziosi sui propri clienti.

E così, la scorsa primavera il tycoon americano ha firmato un nuovo ordine esecutivo per estendere il veto alle aziende statunitensi di utilizzare dispositivi e componenti di realtà che rappresentino un rischio per la sicurezza nazionale. Nessun riferimento esplicito a Huawei, seppure sia sempre stato evidente che l’ordine, basato sull’International Emergency Economic Powers, sia stato fatto a suo danno.

Serve diversificare

Che il furto di dati a danno dei suoi clienti sia vero o meno, o che gli USA abbiano ragione a voler limitare il potere del colosso cinese nella diffusione del 5G, tecnologia necessaria per connettere nei prossimi anni tutti i nostri apparecchi, case, veicoli e vite, è un discorso che ci riserviamo per un altro momento. Che abbiano ragione o meno gli americani con Trump e i suoi metodi da bullo, o Biden che sembra stare sulla stessa linea del suo predecessore seppure in modo più diplomatico e velato, le ingenti perdite subite da Huawei sono innegabili.

Tra blocchi americani e pandemia da coronavirus, il colosso cinese ha visto un calo del proprio fatturato del 42%nel corso del 2020, mentre per l’anno in corso prevede una produzione di smartphone ridotta del 60%.

È così, il primo operatore di telecomunicazioni al mondo ha deciso di non basare il centro del proprio business sui telefonini, orientandosi invece sempre di più sui servizi di cloud computing, ad esempio, ma anche sulle tecnologie legate ai veicoli a guida autonoma, i dispositivi indossabili e, in particolare, sugli allevamenti di suini.

Questi ultimi, in Cina, possono raggiungere dimensioni inimmaginabili in Italia. Se nel Belpaese il numero medio di animali allevati in ogni allevamento è di poco superiore ai 300, infatti nel gigante asiatico può arrivare a diverse migliaia di capi. Non a caso in Cina viene allevata più della metà dei maiali presenti su tutto il pianeta.

Huawei segue le orme di Alibaba

Huawei non è il primo operatore tecnologico cinese ad orientarsi verso il business dell’allevamento suinicolo. Esattamente tre anni fa, infatti, anche la “Cloud Unit” di Alibaba aveva preso accordi con il Gruppo Tequ per lo sviluppo di tecnologie legate all’AI come appunto il riconoscimento facciale degli animali. Una tecnologia molto utile, per la gestione di ben dieci milioni di maiali allevati ogni anno da Tequ.

Come nel caso di Huawei, così anche per l’Amazon cinese di Jack Ma si è trattato di elaborare un software capace di identificare ogni suino, per cui è disponibile un database in cui vengono memorizzati dati e caratteristiche come razza, età, peso, monitorandone alimentazione, attività e salute. Molto importante anche la possibilità, grazie a queste tecnologie, di capire se un animale può partorire o meno una progenie sana e se presenta determinate malattie contagiose.

Quest’ultima, per quanto possa sembrare scontata, è una caratteristica molto utile in tempi di pandemie globali. Ma è anche una conferma del fatto che gli allevamenti di animali da reddito, anche in Cina, sono molto più controllati di quanto si pensi. E che le origini della propagazione del Covid-19 andrebbero ricercate altrove – a partire dai “Wet Market” della Repubblica Popolare Cinese.

Perché queste tecnologie sono molto utili in allevamento

Il digitale, l’intelligenza artificiale, gli automatismi di processi e le biotecnologie per gli allevamenti sono di grande utilità. Per quanto possa sembrare strano o fare storcere il naso a molti, condizionati come siamo ormai tutti da un’immagine bucolica in gran parte distorta di tutto ciò che riguarda allevamento ed agricoltura, queste tecnologie possono da una parte rendere più produttiva, efficiente e quindi sostenibile tutta la filiera alimentare, dall’altra garantire prodotti più controllati e migliori condizioni degli animali. Ed un miglior benessere animale, si sa, significa anche migliori prodotti per noi consumatori finali.

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