Esistono libri, già di per sé ottimi, che, letti in determinate circostanze, esprimono al meglio il proprio messaggio: per questo consiglierei, soprattutto oggi, di leggere “Sostenibilità Digitale”, scritto da Stefano Epifani.
Questo è il momento ideale per farlo, non solo perché molti di noi hanno più tempo del solito da dedicare alla lettura, ma anche (e soprattutto) perché ci troviamo ad un punto di svolta decisivo. Lo scoppio della pandemia ci ha sbattuto in faccia una verità che per molto tempo abbiamo deciso di ignorare: non abbiamo il controllo su tutto ciò che succede in questo vasto e complesso mondo.
Molti (in particolare chi non ha dimestichezza con la biologia) si sono convinti, visti gli effetti catastrofici della diffusione del virus, che questo dovesse necessariamente essere frutto dell’opera del genere umano, nato da qualche esperimento sfuggito di mano, perché l’idea che non sia così ci fa sentire impotenti e indifesi di fronte ad eventi dettati da cause tanto complesse da sfuggire alla nostra comprensione.
Nessuna nostra azione o scelta avrebbe potuto impedire la comparsa di questo nuovo virus. Dobbiamo accettarlo. Allo stesso tempo, tuttavia, dobbiamo essere consapevoli che le nostre scelte hanno effetto sulla possibilità del virus di circolare e diffondersi ed è, quindi, fondamentale che queste scelte siano prese in maniera ponderata.
E le scelte che riguardano l’uso delle tecnologie?
In questo periodo si è discusso molto (e si continua a farlo) sul modo in cui le tecnologie digitali possano svolgere un ruolo importante nel combattere il virus e nell’aiutarci a convivere con esso nei mesi a venire, ma lo si è fatto, molto spesso, partendo dal fallace assunto che la tecnologia digitale sia sempre la soluzione, a prescindere dal problema. Non facciamo che chiederci in che modo una certa tecnologia digitale risolverà un determinato problema, dando per scontato che possa farlo, senza prima chiederci se effettivamente possa risolverlo.
Il risultato è che perdiamo una quantità oscena di tempo in elucubrazioni e discussioni che, nel migliore dei casi, non portano a niente, se non ad una “polarizzazione” delle posizioni opposte in stile derby calcistico e, nel peggiore, a scelte politiche miopi e disastrose.
Per questo abbiamo bisogno di ascoltare gli esperti, imparando a conoscere le potenzialità e i limiti delle diverse tecnolologie e a farci le giuste domande, per formulare le risposte più giuste e poter così prendere le decisioni migliori.
“Sostenibilità Digitale”, nelle circostanze attuali, per questo motivo diventa un must read, adatto a chiunque grazie allo stile chiaro e al linguaggio semplice (ma mai banale), che rende accessibili ad un pubblico vastissimo argomenti che, da molti, sono considerati fuori portata perché troppo difficili.
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