C’è un robot nelle stalle da latte

Il secolare rito della mungitura ha subito una rivoluzione con l'avvento del robot da mungitura, ad oggi realtà affermata e affidabile grazie alla meccatronica e alle tecnologie digitali

Cinque del mattino e cinque del pomeriggio. Tutti i giorni e tutto l’anno. Feste comprese. È il “rito” della mungitura che si ripete in tutti gli allevamenti di bovine da latte, in tutto il mondo. Un secolo fa tutto a forza di braccia e mani, poi con le prime mungitrici meccaniche si è avuto un deciso miglioramento per alleviare la fatica dell’uomo. Ma il “rito” è rimasto immutato, due volte al giorno, a volte tre. Che si traduce nell’accompagnare gli animali nei corridoi che portano alla sala di mungitura, accudirli a uno a uno, lavando loro le mammelle, prelevando il primo getto di latte, attaccando gli ugelli ai quattro capezzoli, staccarli a fine mungitura, riporli e di nuovo pulire la mammella e alla fine delle operazioni pulire a fondo l’impianto di mungitura. Un lavoro lungo e impegnativo nei piccoli come nei grandi allevamenti.

Poi la rivoluzione con l’avvento del robot di mungitura. Partita in sordina alla fine del secolo scorso, fra i timori che ogni novità suscita, e oggi realtà affermata e affidabile grazie alla meccatronica e alle tecnologie digitali. Il robot riconosce l’animale che si reca alla stazione di mungitura grazie alla presenza di sistemi di identificazione elettronici dei quali gli stessi animali sono forniti. Possono essere targhette auricolari o collari muniti di transponder.

L’inizio delle operazioni è preceduto dal lavaggio automatico della mammella. Dalla memoria del robot viene rintracciata la “mappa” della mammella con la disposizione dei quattro capezzoli (diversa in ogni animale). Un raggio laser provvede a individuarne la posizione esatta e un braccio meccanico accompagna una sorta di imbuto destinato ad accogliere il singolo capezzolo.

L’operazione si ripete quattro volte e inizia la mungitura vera e propria. Il primo getto di latte sarà separato da quelli successivi e immediatamente valutato (densità, cellule somatiche, conducibilità elettrica, ecc.) per valutarne la salubrità. Se il responso è positivo la mungitura prosegue e il latte andrà al serbatoio di refrigerazione, ma non prima di essere stato pesato e analizzato individualmente. Un calo rispetto agli standard sarà subito segnalato dall’unità centrale come sintomo di possibili problemi per l’animale che lo ha prodotto.

Ma il robot da solo non basta. Occorre che gli animali siano invogliati a recarsi al robot in maniera corretta e per il numero di volte realmente necessario. L’incentivo è dato dal “premio” che l’animale riceve durante la mungitura, rappresentato da un pasto diverso da quello presente in mangiatoia e più “appetibile”. Sarà calibrato in funzione di quanto il singolo animale produce, tenendo conto dell’assunzione degli altri alimenti. Anche qui calcoli e controlli affidati a un sistema informatico che dialoga con tutti gli altri strumenti di una stalla digitale moderna. Fra questi i “cancelli intelligenti”, che consentiranno l’accesso agli animali solo quando siano soddisfatte alcune prerogative, come ad esempio il numero di mungiture che l’animale ha ricevuto nella giornata.

L’introduzione di queste tecnologie non esime l’allevatore dall’esercitare il necessario e costante controllo sulla mandria e sul singolo animale. Controllo che oltre a essere in presenza, come accade con la mungitura meccanica, può avvenire a distanza, avvalendosi di un qualunque strumento digitale connesso al sistema centrale. Sarà lui ad avvisare sulla presenza di anomalie e ad isolare, aprendo e chiudendo cancelli secondo le necessità, gli animali che devono essere controllati o sottoposti ad esempio alla visita del veterinario aziendale.

Le esperienze già maturate con questi sistemi robotizzati hanno consentito di migliorare anche il benessere degli animali. La presenza dell’uomo fra le corsie per indirizzare gli animali verso la sala di mungitura può rappresentare una fonte di stress. Invece il rumore dei cancelli viene rapidamente associato a una condizione di normalità. A questo si aggiunge il vantaggio di una mungitura volontaria, che si traduce in un aumento della produzione. Risultato che deriva anche dalla rapidità con la quale il sistema è in grado di mandare un’allerta sulla presenza di anomalie.

Intervenire prontamente consente di risolvere prima e meglio ogni eventuale patologia, riducendo i danni e il consumo di farmaci. Un miglioramento anche per il “benessere” degli allevatori che dovranno avere sempre a portata di mano il loro smartphone, ma potranno in compenso liberarsi dall’assillo del “rito” della mungitura e dei suoi orari.

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