Recovery Plan for Europe: quali mosse per zero carbon e digitalizzazione?

Il 21 luglio i leader dei Paesi dell’Unione Europea hanno finalmente raggiunto, dopo lunghe giornate di serrate trattative e negoziati, un accordo per il piano di recupero per fronteggiare la crisi dovuta al lockdown dovuto all’emergenza COVID-19.

Tra i vari punti del Recovery Plan for Europe trovano spazio, fra gli altri, anche i temi della decarbonizzazione – più in generale della transizione verde – e della digital transformation sui quali, tramite una serie di sovvenzionamenti e prestiti agli Stati membri, l’Unione Europea si propone si supportare quanto già anticipato con il Next Generation EU di fine maggio.

I temi della transizione verde e di quella digitale vengono frequentemente accostati all’interno del piano, a testimonianza di quanto tali tematiche siano fortemente interconnesse tra loro. Da tempo su Tech Economy 2030 evidenziamo come la sostenibilità non possa fare a meno della trasformazione digitale, rappresentando questo uno strumento imprescindibile per il perseguimento di Agenda2030. Di fatto, tanto la programmazione europea quanto le azioni in risposta all’emergenza di questi mesi dimostrano come il filo rosso che lega sostenibilità e digitale stia diventando con sempre più decisione una consapevolezza diffusa.

Il punto sulla Decarbonizzazione

L’obiettivo del Green Deal europeo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ossia l’ambizione dei Paesi dell’UE di avere un impatto climatico pari a zero, trova nella decarbonizzazione un passaggio naturale e obbligatorio. L’impatto del carbone sul clima è un tema ben noto all’Unione Europea che per far fronte a ciò, ha più volte affrontato la tematica raggiungendo accordi come quello di Parigi.

In questi termini, il lockdown conseguente all’emergenza della COVID-19 ha prodotto risultati “positivi” in materia di riduzione delle emissioni, come viene evidenziato da alcuni studi i quali sottolineano che, proprio a partire da questo dato, le politiche per la ripresa economica dovranno far sì che le lezioni apprese da questa situazione, pur uscendo dalla dimensione emergenziale, possano essere utili per la costruzione di una “nuova normalità” che rappresenti una via preferenziale per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica.

Vengono ora, grazie al Recovery Plan, messi a disposizione degli stati membri fino a 40 miliardi di euro per accelerare la transizione verso la neutralità climatica, con l’aggiunta di 15 miliardi destinati al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Green Deal per le aree rurali. All’interno del piano, poi, non mancano i riferimenti alle energie rinnovabili offshore e all’idrogeno verde e blu, elementi chiave per conseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale di Agenda 2030.

La Digital Transformation nel Recovery Plan

Per rilanciare l’economia e gli investimenti privati dei Paesi membri, l’Unione Europea punta molto sull’investimento per le tecnologie digitali: dal rapporto emergono chiaramente i punti relativi al 5G, all’intelligenza artificiale, alle infrastrutture cloud e all’espansione dell’accesso ad Internet. A tal proposito anche il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli si è espresso di recente sul tema, sottolineando l’importanza dell’accesso ad Internet che dovrà essere inteso come “un nuovo diritto umano”, aggiungendo che “l’assenza di internet è tra le prime cause di emarginazione”.

Con il Recovery Plan for Europe la Commissione Europea è pronta a rafforzare gli investimenti previsti dal piano InvestEU, quel programma di sovvenzionamenti ai Paesi membri pensato per supportare la crescita digitale e le infrastrutture sostenibili per le quali vennero già stanziati rispettivamente 10 e 20 miliardi di euro.

Insomma, la trasformazione digitale occupa un ruolo centrale all’interno del piano di recupero europeo poiché è anche attraverso le nuove tecnologie che si possono (e si devono) supportare i lavoratori e le imprese, l’ambiente e le zone rurali europee che rappresentano il 50% del territorio e circa il 20% della popolazione all’interno del Vecchio Continente.

Il Ruolo della Trasformazione Digitale per la Decarbonizzazione

L’avvicinamento ricorrente tra le tematiche della transizione verde e della digitalizzazione all’interno del Recovery Plan non è casuale; abbiamo accennato come questi due temi siano fortemente interconnessi tra loro poiché le tecnologie digitali sono strumenti “abilitanti” ad un’efficace sostenibilità ambientale. Attraverso il digitale è possibile tenere sotto controllo le emissioni individuandone le entità e facendo previsioni così da poter guidare le scelte e gli investimenti in tal senso.

La stessa produzione di energie rinnovabili, requisito essenziale per raggiungere emissioni zero, può essere ottimizzata grazie alle analisi predittive sulle condizioni meteo. Il digitale può supportare il cambiamento climatico attraverso gli open data, così come può aiutare a trasformare l’agricoltura in agricoltura sostenibile. Ma per farlo deve essere esso stesso sostenibile: è quindi importante sviluppare green data center a emissioni zero, ed in generale assicurarsi che l’obiettivo della sostenibilità digitale venga perseguito tramite il ricorso alla tecnologia sostenibile.

La decarbonizzazione trova nel digitale un alleato su molteplici aspetti ed è su questa associazione che bisogna, necessariamente, far leva in termini di politiche ed investimenti sostenibili. Con InvestEU e con il Green Deal, l’Unione Europea cerca di percorrere questa strada che vede nel Recovery Plan un ulteriore margine di espansione.

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