COVID-19: le ricadute sono pandemiche in tutti i sensi, andando a coinvolgere la collettività non solo per i rischi sanitari, ma anche per le batoste economiche che non hanno risparmiato alcun settore. Al più recente vertice G20, ospitato in forma virtuale dal Regno dell’Arabia Saudita, il direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), Qu Dongyu, ha esortato l’intervento dei membri del G20 a ridurre gli effetti negativi sui sistemi agroalimentari: «È fondamentale che il G20 continui ad adoperarsi per evitare che questa crisi sanitaria si trasformi in una crisi alimentare di portata mondiale. – ha affermato durante il vertice – Il G20 costituisce una risposta straordinaria all’emergenza, capace di dare un impulso estremamente importante alle politiche, al coordinamento e alle leadership globali per creare un mondo inclusivo, resiliente e sostenibile attraverso la promozione di investimenti responsabili e l’incentivazione di politiche, innovazione e azioni di rafforzamento delle capacità».
Qu Dongyu ha riconosciuto gli sforzi finora compiuti dal G20 per mantenere attive le filiere alimentari e per evitare l’interruzione degli scambi commerciali nel settore alimentare ed ha incoraggiato le nazioni a continuare a ricorrere al commercio per incentivare la produttività, il reddito e la sostenibilità degli agricoltori; ha inoltre sottolineato l’importanza degli investimenti nell’innovazione e nell’estensione della copertura digitale: «L’invito che vi rivolgo è di collaborare per utilizzare la piattaforma internazionale per un’alimentazione ed un’agricoltura digitali. Dobbiamo accelerare la digitalizzazione dei sistemi agroalimentari, mettendo a disposizione dei giovani e delle donne che vivono nelle zone rurali e urbane gli strumenti per lottare contro la fame e la povertà».
In altra sede, ma sullo stesso tema, Dongyu ha evidenziato che «in nessun settore il divario digitale è palese quanto in agricoltura». Per colmarlo, non basta solo fornire strumenti, ma anche conoscenze, per rispondere ad esempio ai timori manifestati dai piccoli agricoltori in merito alla proprietà dei dati, alla riservatezza e alla responsabilità legale. Al tal proposito, la FAO sta creando la sopracitata piattaforma internazionale per un’alimentazione e un’agricoltura digitali su istanza dei membri, che hanno richiesto l’adozione di un meccanismo di coordinamento, a partecipazione volontaria, che permetta di condividere le modalità possibili per le branche alimentari e agricole mondiali di sfruttare una varietà di strumenti: dal commercio elettronico ai registri di transazioni digitali tipo “blockchain” (come quella già applicata in Italia alla filiera del riso), all’impiego dell’intelligenza artificiale per potenziare la lotta fitosanitaria e la genetica vegetale, alla gestione ottimizzata delle risorse naturali e opportunità di allarme rapido in caso di minacce alle sicurezza alimentare.
Le istanze della FAO
Ben disposta a continuare a sostenere le azioni del G20, in particolare attraverso il Sistema di informazione sui mercati agricoli (AMIS), il programma di risposta e ripresa dall’emergenza COVID-19 “Mano nella Mano” e la Coalizione per il cibo – avranno come prossimo referente G20 proprio l’Italia, che dal 1° dicembre riveste la presidenza di turno, ma le prime voci a cui prestare attenzione dovrebbero essere proprio quelle che si levano dai campi, per avere il polso della situazione e capire quali devono essere le mosse prioritarie e più efficaci.
Alcune settimane fa, il ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha incontrato Qu Dongyu, ribadendo la sinergia nel promuovere il tema della sicurezza alimentare; in tale direzione si vuole muovere la Food Coalition, iniziativa avanzata dall’Italia lo scorso 5 novembre e guidata dalla FAO, con l’intento, tra gli altri, di mitigare gli effetti negativi della pandemia sul tema sopra citato. Argomento per Di Maio e Qu è stato anche il prossimo vertice ONU per i Sistemi Alimentari nel 2021, mirato a promuovere soluzioni sostenibili per le filiere agro-industriali, con l’obiettivo “Fame Zero”, in linea con l’Agenda 2030.
Non restano che i fatti, dopo le parole; in attesa, ecco un’interessante lettura: “Food for All o Feeding the Data Colossus? Il futuro del cibo in un mondo digitale”, un breve saggio pubblicato sul portale FAO dedicato all’agroecologia e realizzato dal Group on Erosion, Technology and Concentration (ETC Group), organizzazione indipendente che monitora l’impatto delle tecnologie emergenti e delle strategie aziendali su biodiversità, agricoltura e diritti umani. «Il cibo e l’agricoltura sono sempre stati un campo di battaglia centrale per lo sviluppo di nuove tecnologie – scrive ETC Group – Il potere conferito alla tecnologia per trasformare il sistema economico globale non è mai stato così grande. I cambiamenti tecnologici esponenziali introdotti dalla cosiddetta quarta rivoluzione industriale possono ribaltare tutti i settori economici, compresi quello alimentare e agricolo».
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